Come imparare a fidarsi e non essere diffidenti

Come gestire la diffidenza e imparare a fidarsi

Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio: ognuno di noi ha sicuramente sperimentato questa sensazione almeno una volta nella vita. Tuttavia, esistono condizioni ed esperienze che più di altre portano a perdere la fiducia negli altri e anche nella possibilità di riconquistare questa possibilità nel tempo. 

Quasi l’80 per cento degli italiani sono convinti che “bisogna stare molto attenti nei confronti degli altri” e solo il 21 per cento pensa che “la gran parte degli altri è degna di fiducia”. Da notare, per completare la statistica, che le donne sono ancora più diffidenti degli uomini.

Può succedere a tutti di provare diffidenza

o ancora di vivere un periodo particolarmente difficile, ad esempio la fine di una storia d’amore, un tradimento o la rottura di un’amicizia importante e per questo motivo, sentirsi traditi e guardare con rabbia il mondo. In casi di questo tipo, nel timore che gli altri possano tramare alle nostre spalle o ferirci, è possibile sviluppare pensieri e comportamenti connotati da diffidenza e sospetto.

La conseguenza è la totale sfiducia e la chiusura in se stessi: non avere fiducia significa non sentirsi rassicurati, essere sospettosi e nutrire dunque diffidenza; tutto questo non può che portare la persona che la prova ad essere sempre stressata e irritata. Sicuramente la diffidenza ha una funziona adattiva, dal momento che ha lo scopo di metterci in guardia, ma quando questa diventa persistente e generalizzata, la questione non può che capovolgersi e bisogna starne alla larga.

Sviluppare la fiducia

Per riuscirci, è importante innanzitutto capire a cosa è dovuta. Iniziamo con il dire che il sentimento di fiducia si sviluppa sin dalla tenera età, per questo se parliamo di diffidenza, non possiamo non parlare della nostra famiglia. Non stupiamoci dunque se le persone diffidenti spesso hanno alle spalle delle figure di riferimento altrettanto diffidenti; man mano che cresciamo, però, viviamo in prima persona situazioni diverse: anche queste possono poter influenzare quella che è la nostra capacità di fidarci degli altri. Maltrattamenti, abusi, mancanza d’amore possono portare un individuo a sviluppare sfiducia e diffidenza nel prossimo, soprattutto se questi si verificano all’interno del proprio contesto familiare: pensate ad un bambino che non si sente amato da sua madre o ad un bambino che viene maltrattato da quest’ultima: come può riuscire a fidarsi del prossimo?

Come superare la diffidenza e imparare a fidarsi

Per poter annaffiare la nostra capacità di fidarci degli altri, sarebbe utile mettere in atto dei piccoli accorgimenti.

Approfondite le vostre relazioni: più cercherete di avvicinarvi agli altri e meno rischierete di cadere nella trappola della diffidenza, non limitatevi a dare sfogo ai vostri pensieri, senza aver chiara una situazione o una persona. Se qualcuno vi ha ferito è naturale avere paura di essere delusi, ma non fate di tutta l’erba un fascio: ogni storia e ogni persona è a sé. Generalizzare non è utile a nessuno, tantomeno a voi ed al vostro benessere. Non dimenticate che il malessere che deriva dalla diffidenza è un danno principalmente vostro. Cercate dunque di riflettere sul fatto che spesso a parlare sono i dubbi del passato, più che quelli del presente.

Se fate fatica a fidarvi di qualcuno, provate a stilare una lista delle cose positive che questa persona ha fatto o fa per voi. Spesso basta ricordare chi abbiamo accanto, per accantonare i fantasmi del passato.

Mettete in discussione quello che pensate e provate a capire meglio

il meccanismo che si viene ad innescare, attraverso delle piccole domande: cosa vi preoccupa maggiormente? I pensieri sono davvero ancorati a dei fatti o solo su delle percezioni che potrebbero essere sbagliate? Insomma cercate di vederci più chiaro.

Non isolatevi, altrimenti la diffidenza nei confronti degli altri non potrà che essere rafforzata. Uscite, divertitevi: spesso abbiamo bisogno solo di una sana leggerezza per alleggerire i nostri pensieri.

Altro aspetto importante è lavorare sulle convinzioni erronee su di sé, sulle proprie capacità e sulla possibilità di fidarsi di nuovo, oltre a quelle sulla fedeltà e sincerità degli altri. Bisogna imparare a modificare i propri pensieri e a leggere le situazioni, i comportamenti e gli atteggiamenti di chi ci sta accanto. Imparare e sperimentare piano piano esperienze di fiducia, in cui prova a non controllare tutto, a confidare piccole cose di sé ad altri e così via, è una qualcosa che giorno dopo giorno può sicuramente far riacquistare fiducia negli altri e costruire nuove importanti relazioni. 

Liberarsi della paura di fidarsi degli altri non è sicuramente facile e richiede un percorso lento e a piccoli passi.

Il primo step è sicuramente arrivare alla consapevolezza di questa difficoltà e decidere di modificare il proprio vissuto. Da qui chiedere aiuto ad uno specialista, a uno psicologo. Il lavoro si potrebbe muovere su più fronti. Il primo è quello di cercare di superare le ferite passate, comprendendo la propria possibilità di vivere ancora delle relazioni profonde e di fiducia, oltrepassare la sofferenza e il dolore vissuto. Questo richiede tempo e cura, ma sicuramente è bene decidere di andare oltre il passato e aprirsi a nuove esperienze.