cervicale psicosomatica

Dolori cervicali e psicosomatica

Che cos’è la cervicalgia?

Definita “cervicale” anche se il termine corretto è cervicalgia, questo disturbo è un dolore generalmente diffuso al collo che interessa anche la zona frontale. Si possono distinguere diverse tipologie di dolore cervicale, principalmente si tratta di dolori di tipo artrosico, oppure di dolori di tipo infiammatorio. Altri sintomi più comuni possono essere traumi da sport, il classico colpo di frusta, contratture muscolari e sforzi. Il tratto cervicale è composto da sette vertebre Cervicali, numerate da C1 a C7. La prima e la seconda vertebra consentono il movimento del cranio e della testa.

Cause fisiche e psicosomatiche

Anche se spesso i il dolore può essere causato da posture scorrette, sedentarietà eccessiva, traumi al collo, la cervicale è principalmente un disturbo psicosomatico. È riconducibile a stati emotivi di forte stress e ansia. Il tratto cervicale, infatti, oltre a sostenere il capo, supporta anche la coscienza, le paure, la volontà e i pensieri di ognuno di noi . La cervicalgia rivela un legame simbolico la cui vera chiave psicosomatica risiede nel senso di responsabilità avvertito in maniera spropositata.  Gli individui che soffrono di cervicalgia sono spesso persone che si distinguono per un carattere eccessivamente rigoroso che sfocia nell’assumersi a volte responsabilità troppo grandi. Da qui deriva un irrigidimento dei muscoli e dei tendini della zona cervicale.

La spia di un disagio: la cervicalgia

Una volta analizzate le cause fisiche, dalle posture sbagliate ai traumi agli stati infiammatori, si deve osservare il disturbo in maniera più completa. All’origine del dolore, in realtà possono esserci fattori come ansia, stress o altri disagi psicologici, e per questo è utile ricorrere all’interpretazione della postura del collo. È molto importante osservare i comportamenti e le posizioni che vengono assunte quotidianamente, in molti casi in maniera inconsapevole e nel confronto con gli altri. In particolare, gli atteggiamenti di rigidità a carico del collo rivelano insicurezza, mancanza di autostima e senso di inferiorità.

Durante alcune esperienze stressanti, la nostra mente ed il nostro corpo costruiscono temporaneamente un’armatura muscolo-fasciale di protezione. È una reazione che determina, come effetto riflesso, una contrazione muscolare con conseguente limitazione della mobilità articolare. In un’ottica psicosomatica si può considerare come il tentativo (ottenuto irrigidendo il corpo) di sentirsi più sicuri e meno vulnerabili. Questa rigidità pseudo-rassicurante interferisce, invece, con la naturale fluidità che caratterizza generalmente i gesti degli esseri umani.

Conseguenze

La tensione muscolo-fasciale distrugge la fluidità del corpo e dei suoi movimenti determinandone il logorio. Per intenderci: l’essere in pericolo o l’essere attaccati, porta l’inconscio a reagire come se ci si trovasse di fronte a una minaccia.

L’irrigidimento e la restrizione non sono però altro che tentativi naturali di rassicurazione e stabilizzazione.

In conclusione la postura oltre a riflettere la nostra storia intima e personale è anche influenzata dall’ambiente in cui viviamo: il lavoro, la famiglia e la società in genere. La parte della schiena più colpita dalla somatizzazione è senza dubbio la zona del trapezio, con estensione alla cervicale; questo perché ogni volta che cerchiamo di “trattenere” un’emozione, tendiamo a chiudere le spalle irrigidendo la muscolatura.

Il senso di responsabilità

Chi soffre di cervicalgia, oltre all’eccesso di controllo emotivo, ha un perverso senso di responsabilità e una maniacale tendenza all’altruismo (usati, spesso, come alibi per non occuparsi di sé). In gran parte delle vertebre dorsali si articolano le costole e si inseriscono alcuni importanti fasci del muscolo diaframma. Il tratto dorsale allora compartecipa in modo sostanziale al vasto e complesso movimento della respirazione tanto che persone affette da “dorsalgie” spesso riferiscono di non riuscire a respirare profondamente. Dal punto di vista fisiologico, scientifico, soffre di dolori a questo tratto della schiena chi tende a chiudersi su se stesso spingendo in avanti le spalle accentuando la naturale cifosi con conseguente contrazione della cassa toracica limitando il movimento respiratorio e diaframmatico, così come chi tende ad un’eccessiva apertura delle spalle con estrema espansione della cassa toracica e contrattura diaframmatica che consente una ventilazione solo della parte polmonare alta.

Se vi siete riconosciuti in una di queste personalità, ed escluse tutte le cause “sanitarie”, prendete in considerazione risposte di altra natura per evitare di procurarvi, inconsciamente, quel dolore fisico, quel malessere di cui non capite l’origine.