Vivere nel passato
significa continuare a scappare dal presente rifugiandoci in un tempo che non esiste più, oppure vuol dire continuare a rimuginare sugli errori che abbiamo fatto, sui torti che abbiamo subito, sulle occasioni che abbiamo perso e così via. Sia chiaro, possiamo anche aver commesso degli errori, possiamo aver subito dei torti o perso occasioni d’oro, ciò, però, non toglie che quel che è passato è passato e che, anche se non ci piace l’idea, questo non può più tornare. Con questo articolo cerchiamo di capire come smettere di vivere nel passato.
Vivere nel passato significa non solo esistere in un presente sfocato, ma anche perdere numerose opportunità. In generale, molte di quelle ferite emotive di ieri si insinuano in una crepa di dolore latente che non si rimargina mai. Risulta faticoso porre la propria attenzione nel qui e ora quando la mente si rifugia negli universi passati.
Vivere intensamente il presente
Lo suggeriva già la filosofia buddista millenni fa: il benessere si trova solo quando si vive pienamente il momento presente. Eppure, raramente siamo consapevoli di quanto siamo attaccati al nostro paesaggio passato.
Spesso, tendiamo a rifugiarci nel passato pensando che questo fosse in qualche modo migliore, magari perché ce lo ricordiamo come tale. Questa, però, è una distorsione cognitiva: non è, infatti, detto che in passato fossimo realmente più felici. Anzi, sicuramente, nel tempo che noi ricordiamo come più felice, avevamo sicuramente dei problemi che, almeno allora, ci potevano sembrare gravi o insormontabile.
Idealizzare il passato
Questo è uno degli aspetti del passare del tempo, ossia il fatto che, proprio con il passare degli anni, tendiamo a ricordare il nostro passato in maniera migliore di come era effettivamente stato. Quindi, continuando a vivere nel passato, rischiamo di rifugiarci in una versione idealizzata di quella che era stata la nostra vita, ma che, in realtà, non era così come ce la ricordiamo noi adesso. E questa, quindi, è una trappola della nostra mente.
Come tutti sappiamo, non possiamo cancellare il passato ma, soprattutto, non dovremmo cancellarlo. Qui, ovviamente, si sta parlando di situazioni in cui nel passato non ci siano stati casi di violenza, di abuso, lutti o comunque eventi molto gravi che hanno il potere di influenzarci molto profondamente. In questi casi è bene parlarne con qualcuno, (uno psicoterapeuta ad esempio).
Il passato altro non è che una proiezione nella nostra mente, un qualcosa, quindi, che alla fine non esiste nel mondo reale. Per smettere di crogiolarci nel nostro passato, allora, quello che dobbiamo fare è ritornare nel momento presente. Il modo migliore per smettere di pensare è osservare la nostra mente.
Nel momento in cui osserviamo la nostra mente, questa smette di pensare e, smettendo di pensare, ci liberiamo dalla trappola del passato e iniziamo a vivere il presente.
Anche se in passato abbiamo commesso degli errori, ciò non deve definirci per sempre, e soprattutto, non deve essere un qualcosa che imputiamo agli altri o alla cattiva sorte. Ciò che è stato è stato, e rimuginare sul passato in modo ossessivo non fa che accrescere il nostro dolore, soprattutto quando sappiamo di non poter più rimediare ai nostri errori. Non poter tornare indietro e “aggiustare alcune cose” senza dubbio fa male, ma sicuramente, qualunque cosa sia accaduta, non l’abbiamo fatta accadere con cattive intenzioni; forse, più semplicemente, non era il nostro momento e non eravamo ancora abbastanza consapevoli per fare una scelta diversa.
Assumersi le proprie responsabilità e le responsabilità dei propri errori è il primo passo per fare pace con il passato. Non esiste nessun modo per combattere e cambiare il passato, ma abbiamo tutte le possibilità per andare oltre ciò che è accaduto incontrare una nuova parte di noi stessi.
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